Aldo Pompermaier - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Trento, 14 novembre 2007 Inutile assumere iniziative finché non vi saranno sufficienti elementi per compiere una valutazione serena. La commissione consiliare per le politiche dell’ambiente ha deciso di sospendere la trattazione dell’ordine del giorno in cui veniva chiesto all’amministrazione di non accordare la permuta con la società Le Grave del terreno (un appezzamento di 11 ettari) dove realizzare il terzo lotto della bonifica agraria di Cadine. I risultati degli approfondimenti compiuti dal Servizio ambiente del Comune non sono ancora noti e il secondo lotto è ancora sottoposto a sequestro giudiziario. Ieri in commissione l’assessore Aldo Pompermaier ha cercato di fare il punto sulla situazione. Ha ricordato che l’area interessata dalla bonifica ha una superficie complessiva di 163 mila metri quadri e che per le operazioni di riempimento sono stati utilizzati migliaia di metri cubi di materiale proveniente dagli scavi nella zona ex Michelin. Riempimenti consistenti, che arriverebbero fino a dieci metri di altezza. Pompermaier ha espresso tutte le sue perplessità sull’operazione che dovrebbe trasformare l’area in vigneto. «Il servizio ambiente ha avuto remore e anche il servizio parchi si è detto preoccupato per la vicinanza del Sic, che ospita una fauna interessante e uccelli protetti». L’assessore ha ricordato di avere compiuto un sopralluogo di persona. «Mi sono trovato in un luogo decisamente interessante dal punto di vista naturalistico», ha detto. «Una zona che merita attenzione. Con la bonifica si perderebbe qualcosa di importante, perché verrebbe modificato sostanzialmente l’aspetto del luogo». Queste preoccupazioni, unite all’indagine della magistratura sulla qualità del materiale di riporto, aveva spinto la giunta a bloccare la permuta, mentre la circoscrizione aveva revocato il suo precedente parere positivo (seppur legato ad una serie di condizioni). «Uno scenario - ha ribadito l’assessore - che non ci lasciava tranquilli e che ci ha spinto a sospendere la transazione». Pompermaier ha anche accennato ad un carotaggio per la ricerca di acqua che la società avrebbe compiuto. «In Comune non risulta essere stata rilasciata alcuna autorizzazione - ha detto - mentre è emersa una richiesta presentata alla Provincia ma poi ritirata nei primi mesi di settembre». Il presidente della commissione Graziano Agostini ha sottolineato che «su 21 pozzetti geognostici effettuati ben 13 contenevano materiale estraneo a terra e rocce», cioè tondini di ferro, blocchi di calcestruzzo e di asfalto, pezzi di tubature in plastica. Ha anche ricordato la raccolta di firme contro la permuta. Poi ha chiosato: «I titolari della società hanno taciuto in assemblea pubblica, alla presenza mia e dell’assessore, che avevano già presentato 45 giorni prima richiesta di realizzare un pozzo per prelevare 4,5 litri al secondo di acqua. Hanno anche affermato che il materiale era di buona qualità mentre poi non si è rilevato tale. Ciò è sufficiente per dire che con questi presupposti, a mio parere, la permuta non dovrebbe essere concessa. Anche perché ritenuta dalla comunità di Cadine svantaggiosa per la tutela del proprio diritto di uso civico».
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